Il Minority stress è il disagio psicologico che vivono le persone omosessuali e tutte le minoranze a causa dei meccanismi di emarginazione, discriminazione e, in generale, di tutti gli atteggiamenti negativi che vengono adottati nei loro confronti.
La discriminazione
In Italia gli episodi di violenza sono aumentati e, rispetto altre forme di razzismo e discriminazione, l’omofobia sembra maggiormente accettata. Spesso le violenze omofobiche avvengono in contesti socioculturali indifferenti o collusivi.
Il pregiudizio e la discriminazione sono fattori misurabili e rilevanti di stress, in particolare:
- lo sviluppo psicologico di molte persone omosessuali viene segnato da uno stress continuativo, conseguenza di ambienti ostili o indifferenti, episodi di stigmatizzazione, casi di violenza
- le persone omosessuali, rispetto alle eterosessuali, vivono più frequentemente episodi di aggressioni o eventi traumatici
- i casi di Disturbo post traumatico da stress sono molto più frequenti fra gli omosessuali.
- l’incidenza di casi di disturbi psichici e alcolismo sarebbe più frequente nei Paesi più ostili nei confronti dell’omosessualità e dove non esistono leggi di tutela.
- le persone omosessuali spesso non possono contare sull’appoggio della famiglia che, anzi, può essere ulteriore di disagio e stress
Le dimensioni del minority stress
Il Minority stress si compone di 3 dimensioni:
A. Le esperienze vissute di discriminazione e violenza.
B. Lo stigma percepito. E’ il livello di vigilanza relativo alla paura di essere identificati come gay e lesbiche. Perciò quanto più è elevata la percezione del rifiuto sociale, tanto più elevato sarà lo stato di allerta nei confronti dell’ambiente. Elevati livelli di stigma sociale percepito hanno gravi conseguenze.
- stati cronici di stress.
- tendenza a collegare ogni evento all’essere stato percepito come omosessuale.
- la costante preoccupazione di mantenere i segreto e di non farsi identificare come omosessuale.
- timori riguardanti le reazioni al coming out, in particolare della famiglia (Rivelarsi omosessuali in famiglia)o delle persone con cui si lavora.
C. L’omofobia interiorizzata è costituita dai sentimenti e dagli atteggiamenti negativi che la persona può provare, anche inconsapevolmente, nei confronti della propria omosessualità.
- scarsa accettazione e stima di sé,
- odio e autodisprezzo,
- sentimenti di incertezza, inferiorità e vergogna.
- difficoltà a comunicare agli altri il proprio orientamento,
- timore del rifiuto
- identificazione con stereotipi denigratori.
Bibliografia
Lingiardi V., Nardelli N., “Linee guida per la consulenza per la consulenza e la psicoterapia con persone lesbiche, gay, bisessuali” Raffaello Cortina Editore, Milano (2014)
Lingiardi V. 2007/12; Meyer, 1995, 2003