alcolismoAiutare un alcolista a smettere di bere è un compito difficile. L’alcolista tende a rifiutare le offerte di aiuto che familiari e amici gli offrono, ed è  raro che sia lui a chiedere spontaneamente aiuto.

Per capire come si può aiutare un alcolista, occorre prima di tutto capire cos’è l’alcolismo.

L’alcolismo è caratterizzato dall’incapacità della persona di astenersi dal consumare alcolici. Comporta disagio o compromissione significativi relativi all’autocontrollo. Il soggetto assume più alcol, e per periodi più lunghi rispetto alle proprie aspettative, e non riesce a ridurne o controllarne l’uso.

L’alcolismo provoca compromissione sociale, uso pericoloso e soddisfacimento dei criteri farmacologici relativi alla tolleranza, alla dipendenza e all’astinenza. Fa parte delle dipendenze patologiche

Criteri diagnostici

Secondo il DSM 5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) debbono essere presenti almeno due delle seguenti condizioni, entro un periodo di dodici mesi.

  1. L’alcol è spesso assunto in quantitativi maggiori o per un periodo più lungo rispetto alle aspettative del soggetto
  2. Desiderio persistente o sforzi infruttuosi di ridurre o controllare l’uso di alcol.
  3. Una gran parte del tempo è impiegata in attività necessarie a procurarsi alcol, che altera le relazioni sociali e con gli altri.
  4. Comportamenti a rischio in relazione all’assunzione di alcol (per esempio, binge drinking).
  5. Trascuratezza per quanto riguarda le responsabilità.
  6. Assenze da scuola o dal posto di lavoro.
  7. Uso continuato di alcol nonostante la consapevolezza che la sostanza sta esacerbando i problemi.
  8. Problemi relazionali, ma anche associati alla violenza, che si manifestano con scontri verbali e fisici.
  9. Uso di alcol in situazioni pericolose.
  10. Difficoltà finanziarie.

Fattori di rischio

La famiglia d’origine

Nei disturbi da uso di alcol, fattori di rischio rilevanti possono derivare da:

povertà delle relazioni genitoriali,

scarso controllo o dure punizioni fisiche impartite dai genitori

conflitto genitoriale nelle famiglie divise.

famiglia numerosa,

avere una madre che ha partorito in giovane età,

famiglie monoparentali,

basso status socio-economico

presenza di casi di alcolismo all’interno di un ambiente familiare conflittuale.

I rapporti sociali

Esiste una correlazione fra fattori sociali e alcolismo. In particolare:

l’appartenenza a bande,

avere amici con comportamenti delinquenziali,

il facile accesso all’alcol

la scarsa integrazione sociale.

(Vedi Disturbo antisociale di personalità)

Conseguenze dell’alcolismo all’interno della famiglia

L’individuo che manifesta una dipendenza da alcol:

Il coniuge

 

Aiutare l’alcolista

I comportamenti disfunzionali

Chi vuole aiutare l’alcolista può mettere in atto dei comportamenti disfunzionali, che possono anche aggravare la situazione.

Cercare di impedirgli di bere, ad esempio nascondendo le bottiglie, o cercando di scoprire dove le nasconde.

Si tratta di una comportamento inutile, perchè la persona può escogitare sistemi più complessi per non essere scoperto, e inoltre può semplicemente andare a bere fuori casa.

Anche metterlo sotto accusa con critiche e riproveri. Anche questo è inutile, perchè se la persona non ha la motivazione a cambiare, le critiche non avranno altro effetto che quello di fornirgli un ulteriore alibi.

Negare il problema, sopportare liti e violenze, per non rompere il rapporto o la famigli.

Minacciare, ma senza avere la reale intenzione di mettere in atto le minacce.

Sentirsi in colpa all’idea di lasciare la persona.

Giustificare il comportamento

I comportamenti funzionali

Non accettare rinvii. Quindi, dal momento che il soggetto ha accettato di curarsi, non accettare rinvii per nessuna ragione, ed agire subito.

Evitare di diventare dipendenti dal soggetto. Accettare la sua volontà, il suo modo di vivere, può portare ad essere dipendenti dalla persona, che a sua volta dipende da chi gli sta vicino.

Essere egoisti in modo sano, cioè difendersi da una condizione distruttiva, avere fermezza e determinazione. Ciò aiuta il soggetto a  confrontarsi con le proprie responsabilità.

Parlare della necessità della cura quando si è pronti e in grado controllare le proprie emozioni e le reazioni dell’altro, che potranno essere di negazione, rabbia, di attribuzione della colpa agli altri. Naturalmente parlare quando è sobrio.

Fare un discorso chiaro, sereno e non accusatorio Essere realistici, dire espliciamente che non si può continuare così e che si deve trovare una soluzione Far capire che non lo si considera cattivo ma alle prese con problema più grande di lui.

Sottolineare le cose negative avvenute e che hanno fatto soffrire, ciò che si è provato.

Affrontare il discorso insieme ad altre persone che possano essere d’aiuto, familiari, amici.

Nel caso il soggetto accetti di curarsi, contattare subito uno specialista alcologo.

 

La cura

Molto spesso la disassuefazione deve svolgersi in ambiente ospedaliero, in quanto alla persona viene impedito di bere e viene controllata in modo da non sviluppare sintomi di astinenza.

In ogni caso, è fondamentale è che l’alcolista divenga consapevole che la sua è una malattia, e che non può uscirne da solo.

Le terapie

Sono sia farmacologiche che psicologiche

Terapie farmacologiche:

Disulfiram (Antabuse), agisce inibendo il metabolismo dell’alcol, provocando sintomi fisici molto sgradevoli se la persona lo assume.

Naltrexone, che blocca gli effetti piacevoli dell’alcol.

Benzodiazepine, che riducono la gravità dei sintomi dell’astinenza.

Alcover, specifico per l’astinenza

 

Le terapie psicologiche

Devono essere iniziate quando la fase acuta è terminata.

La terapia di gruppo è la più consigliata e utilizzata, ma anche quella individuale può dare buoni risultati.

Molto efficace l’inserimento in Comunità terapeutiche.

Gli Alcolisti Anonimi, che propongono un percorso chiamato “I 12 passi”

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *