L’eiaculazione precoce consiste in un’eiaculazione che avviene poco dopo la penetrazione, e comunque prima di quanto l’uomo desideri. E’ la disfunzione sessuale più frequente fra gli uomini, affligge circa un uomo su quattro.

Per essere diagnosticata non deve essere occasionale, ma presentarsi nella maggior parte dei rapporti per un periodo significativo di tempo.

La diagnosi di eiaculazione precoce

Secondo il DSM-5 ( Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) ci sono quattro criteri specifici che debbono essere soddisfatti per poter formulare una diagnosi di eiaculazione precoce (PE):

  1.  La PE si manifesta con un’eiaculazione che avviene circa un minuto dopo la penetrazione
  2.  i sintomi permangano per un periodo di almeno sei mesi e si manifestano in quasi tutti (75-100%) o tutti i rapporti sessuali
  3.  il disturbo deve causare un disagio clinicamente significativo
  4. i sintomi non sono meglio spiegati da un disagio mentale non sessuale, da un’altra condizione medica, dall’assunzione di una sostanza, da un grave disagio relazionale o da altri significativi fattori di stress.

Se i criteri diagnostici A-D per questa diagnosi sono soddisfatti, occorre poi valutare altri elementi. La PE può essere infatti:

La valutazione della gravità

La valutazione prevede anche l’utilizzo di uno specificatore della gravità dei sintomi, che misura in intervalli temporali compresi in 60 secondi il lasso di tempo che va dall’inizio della penetrazione. Si possono così distinguere tre gradi di gravità, lieve, moderata o grave.
Lieve, se l’eiaculazione si verifica tra secondi e un minuto dopo la penetrazione.
Moderata se l’eiaculazione si verifica entro 15-30 secondi dopo la penetrazione;
Grave, se avviene entro 15 secondi dopo la penetrazione, o anche prima della penetrazione

Le cause dell’eiaculazione precoce

Le cause possono essere fisiche, legate a malattie genito-urinarie, come infezioni veneree, uretriti, prostatiti.
Per quanto riguarda l’eiaculazione precoce primaria le cause sarebbero riconducibili a disfunzioni neurobiologiche e genetiche, e a fattori psicologici che contribuirebbero a mantenerla nel tempo.
EP secondaria è invece legata maggiormente a problemi psicologici e relazionali.

Il trattamento

L’eiaculazione può essere trattata con diversi approcci, anche combinati fra loro: terapie comportamentali, farmacologiche, psicologiche

Terapie comportamentali

La tecnica della compressione, o squeeze, ideato da Masters e Johnson (1970) in cui si insegna alla coppia a intervenire nel momento che precede l’eiaculazione, attraverso una compressione che la donna esercita sul pene nella parte sotto il glande, bloccandola. L’uomo impara così gradualmente ad aumentare il controllo sull’eiaculazione.
Gli esercizi di Kegel sono invece esercizi che l’uomo svolge da solo e servono a sviluppare un maggiore controllo sul muscolo pubococcigeo e sul pavimento pelvico
Stop and start è una tecnica per la coppia, e prevede che l’uomo, stimolato manualmente, all’avvicinarsi dell’orgasmo chieda alla donna di fermarsi. L’esercizio va ripetuto di seguito 4-5 volte e, quando l’uomo ha raggiunto un buon controllo si passa alla penetrazione, con le stesse modalità.

Terapie farmacologiche

SSRI, farmaci antidepressivi, in particolare la dapoxetina
Spray locali

Psicoterapia
Terapia di coppia se esistono difficoltà relazionali in grado di interferire con la vita sessuale.
Terapia individuale

Bibliografia

American Psychiatric Association, (2014) DSM-V Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Raffaello Cortina, Milano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *