Il gioco d’azzardo patologico rientra nella categoria dei giochi di alea, è cioè una scommessa su ogni tipo di evento a esito incerto, in cui è il caso, in misura variabile, che determina l’esito stesso. Sebbene sostanzialmente innocua, l’esperienza del gioco può, a volte, essere così coinvolgente da perdere il suo senso positivo, diventando qualcosa di pericoloso, cioè una dipendenza patologica.
Il gioco d’azzardo patologico
Nel DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) il giocatore è diagnosticato affetto da gioco d’azzardo patologico (GAP), se presenta almeno cinque dei seguenti sintomi:
- È eccessivamente coinvolto nel gioco d’azzardo, per esempio tende a rivivere continuamente esperienze di gioco, pianifica la prossima impresa di gioco, cerca i modi per procurarsi il denaro necessario.
- Ha bisogno di giocare somme di denaro sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato.
- Tenta ripetutamente e senza successo di controllare, ridurre o interrompere il gioco d’azzardo.
- Nel tentativo di ridurre o interrompere il gioco, diviene irrequieto o irritabile.
- Il soggetto ricorre al gioco come fuga da problemi o come conforto per un umore disforico (ad esempio, senso di disperazione, di colpa, ansia, depressione).
- Quando perde, il soggetto ritorna spesso a giocare per rifarsi della perdita.
- Mente in famiglia e con gli altri per nascondere quanto è coinvolto nel gioco.
- Commette azioni illegali come falsificazione, frode, furto, o appropriazione indebita per finanziare il gioco d’azzardo.
- Mette a rischio o perde una relazione importante, un lavoro, un’opportunità di carriera o formazione per il gioco.
- Confida negli altri perché gli forniscano il denaro necessario a far fronte ai gravi problemi economici causati dal gioco
Fasi di sviluppo del gioco d’azzardo patologico
Per diventare un giocatore patologico il soggetto attraversa diverse fasi.
Fase vincente
Il gioco è occasionale e finalizzato al divertimento. Dura dai 3 ai 5 anni e in questo periodo i giocatori vincono più di quanto perdono, convincendosi di essere più abile degli altri e di poter diventare giocatori professionisti. Ciò li porta ad investire sempre più nel gioco.
Fase perdente
Dura oltre cinque anni, si comincia a perdere, ma i giocatori attribuiscono le perdite ad un periodo sfortunato e sono continuamente alla ricerca di una grande vincita, nel tentativo di recuperare il denaro perduto. Cominciano a chiedere prestiti e a indebitarsi sempre più, perdendo il controllo di sé e della situazione.
Fase della disperazione
Il giocatore, perso completamente il controllo, è ormai psicologicamente esaurito e possono comparire attività illegali. Dominato dal bisogno di giocare, intravede quattro vie d’uscita: il suicidio, la fuga, la carcerazione o la richiesta d’aiuto.
Fase della perdita della speranza
In questa fase possono verificarsi crisi coniugali, divorzi, problemi con la giustizia, il giocatore vive momenti di panico che, però, placa attraverso il gioco. Il rischio di suicidio è elevato. Esteriormente, attribuisce la colpa a tutti tranne che a se stesso, ma interiormente è estremamente angosciato e cerca ancora nel gioco il modo per placare la sua angoscia.
Fattori predisponenti
Le condizioni predisponenti, che possono indicare un rischio di sviluppare dipendenza dal gioco d’azzardo, sono:
- l’uso di alcol e sostanze stupefacenti;
- la presenza di altri disturbi del controllo degli impulsi;
- i disturbi di personalità;
- le variabili sociodemografiche;
- le caratteristiche di personalità;
- la poca conoscenza della teoria della probabilità o errori cognitivi;
- le credenze del gioco d’azzardo;
- genitori che giocano d’azzardo o hanno avuto problemi col gioco;
- la perdita dei genitori per morte, la loro separazione o divorzio, l’abbandono prima che il figlio abbia compiuto 15 anni;
- l’iniziazione al gioco in età adolescenziale;
- una scarsa valorizzazione del risparmio da parte della famiglia e un’eccessiva importanza attribuita ai simboli materiali o finanziari.
Le donne e il gioco
La probabilità di diventare un giocatore patologico è due volte maggiore per gli uomini, tuttavia anche le donne cominciano a presentare sempre più questo problema. Le donne:
- sono attratte in modo particolare dal Lotto, dal Gratta e vinci, e soprattutto dal Bingo.
- tendono a giocare per fuggire da situazioni spiacevoli
- i primi approcci al gioco si riscontrano nelle donne in età più avanzata
- Il progredire della malattia è più veloce nelle donne che negli uomini, che però tendono a cercare aiuto più velocemente rispetto agli uomini
Caratteristiche del giocatore
La personalità:
- il sensation-seeking, cioè la tendenza a cercare forti sensazioni, ad uscire dalla noia della vita quotidiana spinti dal desiderio di nuove esperienze e intense eccitazioni. Nel gioco d’azzardo alle persone piace il rischio di perdere, perché produce forti eccitazioni, sia durante l’attesa del risultato, sia in seguito all’euforia per la vittoria
- insicure, immature, inadeguate
- facilmente indotte a sviluppare una qualche forma di dipendenza
- una dimensione debole della formazione dell’identità e della relazione con l’altro.
Lo stile cognitivo
- L’illusione di controllo consiste in un’aspettativa di successo erroneamente alta rispetto alle reali probabilità. Le persone trattano gli eventi di tipo aleatorio come se fossero sotto il loro controllo, e il gioco d’azzardo, proprio perché dipendente dalla volontà individuale, viene percepito non come gioco d’alea, ma d’abilità .
- La fallacia del giocatore è la tendenza a sopravvalutare la propria probabilità di successo in seguito a una sequenza di previsioni inesatte o di scommesse perse. Il giocatore, inoltre, stima la propria probabilità di vincere come bassa in seguito ad una scommessa vinta.
Anche l’ambiente gioca però un ruolo importante: l’influenza ambientale può essere determinante soprattutto in quei gruppi sociali o professionali in cui in cui il gioco d’azzardo è largamente accettato, e in zone in cui esistono molte possibilità di dedicarcisi.
Uscire dal problema
Solo dopo aver “toccato il fondo” il giocatore comincia a cercare di uscire dal problema e a chiedere aiuto, ed attraversa altre tre fasi che lo portano alla guarigione.
La prima è la “fase critica”, che inizia nel momento in cui decide di chiedere aiuto, la seconda è quella della ricostruzione, nella quale cerca di riparare i danni che ha provocato a se stesso e alla sua famiglia. La terza fase è quella della riabilitazione e dalla crescita che porterà alla guarigione.
Esiste poi la fase “senza speranza o resa”, che è quella dei giocatori che non riescono a raggiungere e proseguire nelle fasi che permettono di uscire dal problema.
Gli interventi terapeutici veri e propri possono avvenire a vari livelli:
terapia individuale, di gruppo, familiare, terapia ambientale (programmi terapeutici residenziali e semiresidenziali)
Riferimenti bibliografici
Caretti V., La Barbera D. “Le dipendenze patologiche” . Raffaello Cortina Editore (2005)