Il gioco d’azzardo patologico rientra nella categoria dei giochi di alea, è cioè una scommessa su ogni tipo di evento a esito incerto, in cui è il caso, in misura variabile, che determina l’esito stesso. Sebbene sostanzialmente innocua,  l’esperienza del gioco può, a volte, essere così coinvolgente da perdere il suo senso positivo, diventando qualcosa di pericoloso, cioè una dipendenza patologica.

Il gioco d’azzardo patologico

Nel DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) ilil gioco d'azzardo patologico giocatore è diagnosticato affetto da gioco d’azzardo patologico (GAP), se presenta almeno cinque dei seguenti sintomi:

  1. È eccessivamente coinvolto nel gioco d’azzardo, per esempio tende a rivivere continuamente esperienze di gioco, pianifica la prossima impresa di gioco, cerca i modi per procurarsi il denaro necessario.
  2. Ha bisogno di giocare somme di denaro sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato.
  3. Tenta ripetutamente e senza successo di controllare, ridurre o interrompere il gioco d’azzardo.
  4. Nel tentativo di ridurre o interrompere il gioco, diviene irrequieto o irritabile.
  5. Il soggetto ricorre al gioco come fuga da problemi o come conforto per un umore disforico (ad esempio, senso di disperazione, di colpa, ansia depressione).
  6. Quando perde, il soggetto ritorna spesso a giocare per rifarsi della perdita.
  7. Mente in famiglia e con gli altri per nascondere quanto è coinvolto nel gioco.
  8. Commette azioni illegali come falsificazione, frode, furto, o appropriazione indebita per finanziare il gioco d’azzardo.
  9. Mette a rischio o perde una relazione importante, un lavoro, un’opportunità di carriera o formazione per il gioco.
  10. Confida negli altri perché gli forniscano il denaro necessario a far fronte ai gravi problemi economici causati dal gioco

Fasi di sviluppo del gioco d’azzardo patologico

Per diventare un giocatore patologico il soggetto attraversa diverse fasi.

Fase vincente

Il gioco è occasionale e finalizzato al divertimento. Dura dai 3 ai 5 anni e in questo periodo i giocatori vincono più di quanto perdono, convincendosi di essere più abile degli altri e di poter diventare giocatori professionisti. Ciò li porta ad investire sempre più nel gioco.

 Fase perdente

Dura oltre cinque anni, si comincia a perdere, ma i giocatori attribuiscono le perdite ad un periodo sfortunato e sono continuamente alla ricerca di una grande vincita, nel tentativo di recuperare il denaro perduto. Cominciano a chiedere prestiti e a indebitarsi sempre più, perdendo il controllo di sé e della situazione.

 Fase della disperazione

Il giocatore, perso completamente il controllo, è ormai psicologicamente esaurito e possono comparire attività illegali. Dominato dal bisogno di giocare, intravede quattro vie d’uscita: il suicidio, la fuga, la carcerazione o la richiesta d’aiuto.

 Fase della perdita della speranza

In questa fase possono verificarsi crisi coniugali, divorzi, problemi con la giustizia, il giocatore vive momenti di panico che, però, placa attraverso il gioco. Il rischio di suicidio è elevato. Esteriormente, attribuisce la colpa a tutti tranne che a se stesso, ma interiormente è estremamente angosciato e cerca ancora nel gioco il modo per placare la sua angoscia.

Fattori predisponenti

Le condizioni predisponenti, che possono indicare un rischio di sviluppare dipendenza dal gioco d’azzardo, sono:

Le donne e il gioco

La probabilità  di diventare un giocatore patologico è due volte maggiore per gli uomini, tuttavia anche le donne cominciano a presentare sempre più questo problema. Le donne:

Caratteristiche del giocatore

La personalità:

Lo stile cognitivo

Anche l’ambiente gioca però un ruolo importante: l’influenza ambientale può essere determinante soprattutto in quei gruppi sociali o professionali  in cui in cui il gioco d’azzardo è largamente accettato, e in zone in cui esistono molte possibilità  di dedicarcisi.

Uscire dal problema

Solo dopo aver “toccato il fondo”  il giocatore comincia a cercare di uscire dal problema e a chiedere aiuto, ed attraversa altre tre fasi che lo portano alla guarigione.

La prima è la “fase critica”, che inizia nel momento in cui decide di chiedere aiuto, la seconda è quella della ricostruzione, nella quale cerca di riparare i danni che ha provocato a se stesso e alla sua famiglia. La terza fase è quella della riabilitazione e dalla crescita che porterà alla guarigione.

Esiste poi la fase “senza speranza o resa”, che è quella dei giocatori che non riescono a raggiungere e proseguire nelle fasi che permettono di uscire dal problema.

Gli interventi terapeutici veri e propri possono avvenire a vari livelli:

terapia individuale, di gruppo, familiare, terapia ambientale (programmi terapeutici residenziali e semiresidenziali)

Riferimenti bibliografici

Caretti V.,  La Barbera D. “Le dipendenze patologiche” . Raffaello Cortina Editore (2005)

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