Risultati immagini per la dipendenza da shoppingLa dipendenza da shopping  è caratterizzata da un irresistibile impulso a comprare qualcosa qui ed ora, comportamento che viene ripetuto fino a provocare effetti dannosi per la persona.

Negli ultimi decenni l’interesse e gli studi sulla dipendenza da shopping sono aumentati notevolmente, confermando la problematicità del fenomeno e la sua crescente diffusione. Il concetto di dipendenza patologica è sempre stato considerato in relazione all’uso di alcool e droghe, tuttavia, attualmente si considera l’addiction come un problema della mente, causato da cambiamenti della struttura e delle funzioni mentali.

Sia una sostanza chimica che un’esperienza emotiva possono essere così gratificanti da creare dipendenza. E’ ciò che si può verificare nella dipendenza da shopping.

Lo shopping compulsivo

E’ un tipo di dipendenza che affonda le radici nei cambiamenti economici e sociali degli ultimi anni: le persone hanno a disposizione più denaro da spendere, l’uso delle carte di credito dà l’illusione di un credito senza limiti, la possibilità di acquistare on-line consente di comprare in qualsiasi momento della giornata.

Tutto ciò modifica il modo di acquistare e il suo significato: i beni materiali assumono un ruolo molto importante per tutti, e si tende ad acquistare per sentirsi bene, per apparire migliori agli altri.

Caratteristiche della dipendenza da shopping

  1. Un irresistibile impulso a comprare qualcosa qui ed ora. Sebbene la persona che lo mette in atto riconosca eccessivo, viene ripetuto fino a provocare effetti dannosi per lei e le persone a lei legate, e viene ripetuto nonostante gli innumerevoli tentativi di controllarlo e porvi fine.
  2. I beni non vengono acquistati perché necessari, convenienti  o per altri motivi concreti. Lo shopping compulsivo è, prima di tutto, un tentativo di regolare gli affetti, il sintomo di un conflitto interiore o di una problematica esistenziale.
  3. La persona, inizialmente, può non vedere il comportamento come un problema, ma come qualcosa che dà sollievo immediato da ansia e stress, e gratificazione personale.
  4. La ricompensa iniziale rinforza il comportamento, portando a ripeterlo in modo sempre più compulsivo e ripetitivo.
  5. La persona tende a sviluppare la fantasia di essere immune dalle conseguenze negative del suo comportamento, anche di fronte all’evidenza della sua pericolosità.
  6. Quando comincia a vederlo come una perdita di controllo, l’ansia e la frustrazione  aumentano. Ciò determina un circolo vizioso che fa sì che il comportamento continui, nonostante i tentativi di fermarlo.

Chi colpisce 

Le donne sono i soggetti più colpiti. Secondo studi americani  il rapporto donne-uomini è di 9 a 1, particolarità che ha varie motivazioni.

Gli uomini  sono giovani,  istruiti, ed hanno buone possibilità economiche. In particolare, tra gli adolescenti la disparità fra i sessi diviene meno significativa. I giovani sono più attratti dallo shopping degli adulti, mostrano un livello molto più elevato di addiction e un livello più basso di autocontrollo nelle spese. Gli uomini acquistano oggetti per la loro auto, attrezzature sportive e, in generale tutto ciò che esalta il loro prestigio. I prodotti acquistati sembrano quindi essere legati all’apparenza fisica e all’immagine esteriore.

L’età media di insorgenza è intorno ai venti anni, ma la presa di coscienza della gravità del problema arriva circa dieci anni dopo. Ciò a causa dei debiti contratti, di problemi legali, senso di colpa, rimandi da parte delle conoscenze, del tempo eccessivo utilizzato per lo shopping.

Le cause

I soggetti afflitti da dipendenza da shopping presentano le seguenti caratteristiche psicologiche.

Nell’infanzia di queste persone possono essere presenti esperienze che ne hanno alterato lo sviluppo:

I trattamenti

Esistono diverse forme di trattamento dello shopping compulsivo: la psicoterapia individuale, quella di gruppo, il counseling  specifico per questo problema, e il trattamento farmacologico.

Riferimenti bibliografici:

Caretti V., La Barbera D. (2005). Le dipendenze patologiche

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