Per comprendere perché una persona soffre di mancanza di autostima occorre capire cos’è e come si forma l’autostima. Questa è costituita dall’insieme dei giudizi e delle valutazioni che la persona dà si se stessa. In altre parole, è ciò che pensiamo di noi, come ci consideriamo.
Si forma attraverso l’interazione della persona con il contesto in cui vive e dal confronto con esso. Tale confronto può non corrispondere alla realtà, dato che la valutazione che la persona compie è soggettiva: ci si può sentire migliori o peggiori di quanto si è realmente secondo un auto giudizio che può essere sbagliato.
L’autostima nasce infatti anche attraverso una dinamica interiore, cui concorrono due elementi, il sé reale e il sé ideale: il sé reale è ciò che la persona è realmente, il sé ideale è ciò che vorrebbe essere. L’autostima è il risultato della differenza fra queste due componenti.
Se il sé ideale è troppo grande e ambizioso rispetto a quello reale, la persona si sentirà inadeguata e soffrirà di mancanza di autostima. Esiste anche la condizione opposta, caratteristica di chi ha un’autostima esagerata, detta autostima ipertrofica.
Una buona stima di sé
Le esperienze di stima da parte degli altri durante l’infanzia e l’adolescenza, interiorizzate ed elaborate, costituiscono una memoria dell’autostima più o meno positiva, che influenza il rapporto della persona con se stessa.
Un buon livello di autostima è indispensabile e determina il modo di reagire alle situazioni. Le persone con una buona autostima hanno fiducia nella propria capacità di pensare, scegliere e prendere decisioni, e credono nel loro diritto alla felicità. In particolare:
- vivono in modo consapevole, accettando gli eventi senza crearsi illusioni;
- accettano se stesse,
- credono nel loro pensiero e nelle loro emozioni,
- evitano comportamenti ostili e autolesionistici;
- si assumono la responsabilità delle proprie scelte, senza attribuire agli altri i possibili insuccessi;
- imparano a farsi valere mantenendo però il rispetto per gli altri;
- hanno degli obiettivi nella vita e si attivano per raggiungerli.
Le caratteristiche di chi ha una mancanza di autostima
- poca fiducia in se stesso,
- pensa di non valere molto
- ha difficoltà a darsi degli obiettivi realistici, pensando di non avere le qualità necessarie per raggiungerli,
- spesso rinuncia a cimentarsi in compiti o ambiti in cui potrebbe invece riuscire
- tende alla passività e dipende dal giudizio degli altri quando deve valutare se stesso e le sue qualità
- sul piano relazionale è timido, ansioso, insicuro.
- tende a esprimersi poco, a non esprimere le proprie opinioni e, in generale, a rapportarsi in modo passivo con gli altri.
- Ciò può portare gradualmente ad isolarsi o a essere isolato dagli altri, confermando la sua convinzione di valere poco.
Le persone con bassi livelli di autostima hanno spesso, o sviluppano col tempo, anche altri problemi, come l’ansia, la depressione, i disturbi dell’alimentazione. Possono essere presenti sintomi fisici come sudorazione, balbuzie, rossore.
Il livello di autostima si definisce durante l’infanzia e l’adolescenza, soprattutto attraverso la relazione con i genitori, ma anche con il gruppo dei pari e con la scuola.
Le cause della mancanza di autostima
Le cause della mancanza di autostima possono dunque essere le seguenti.
- Genitori con aspettative eccessive. Pretendono che il figlio raggiunga i livelli che loro desiderano anche se per lui può essere difficile o impossibile. Possono inoltre essere molto critici nei suoi confronti. Il figlio può sentire che per avere l’amore e l’attenzione dei genitori deve raggiungere la perfezione. Ma, se non ci riesce, la sua autostima ne risulterà seriamente danneggiata, mentre la tendenza all’autocritica si rafforzerà.
- Genitori con scarso rapporto con il figlio. Si occupano molto di se stessi e poco di lui che, sentendosi trascurato, può sentire di non valere, di non essere importante.
- Genitori ostili: fanno sentire il figlio non desiderato e scaricano su di lui i loro sentimenti negativi, come la rabbia. Possono arrivare ad abusi emotivi e fisici.
- Genitori eccessivamente protettivi e poco capaci di mettere regole. Così facendo non consentono così al bambino di vivere le sue esperienze al di fuori della famiglia, di sviluppare la capacità di tollerare la frustrazione e il senso del limite.
- Complimenti eccessivi da parte dei genitori o di persone significative hanno un effetto negativo sui bambini con una bassa autostima. Sembra che, proprio per compensare la poca autostima dei bambini, sia frequente la tendenza degli adulti a caricarli di complimenti esagerati. Ma questo, nel bambino, si traduce in un aumento della tensione, perché lo riporta proprio a quel dover essere all’altezza delle aspettative degli adulti che tanto teme. Al contrario, bambini con una buona autostima traggono giovamento dai complimenti, anche se eccessivi.
- Il rapporto coi pari gioca anch’esso un ruolo determinante: giudizi negativi, mancanza di considerazione, difficoltà di inserimento, possono lasciare una traccia profonda nella psiche di un bambino.
Aumentare il livello di autostima
Per cercare di aumentare l’autostima, coloro che ne sono carenti possono percorrere diverse strade.
Successo e autostima
Molte persone cercano di incrementarla attraverso il raggiungimento di obiettivi concreti, come il successo o la ricchezza e, se riescono ad ottenerli, possono sentirsi superficialmente meglio. Tuttavia, non hanno risolto il problema, ma delegato a qualcosa di esterno ed aleatorio, la soluzione di un problema che è dentro di loro. Anche alcuni manuali, corsi e tecniche puntano allo stesso obiettivo, cioè aumentare la fiducia in sé per avere successo nel lavoro o in altri ambiti. La persona può ottenere dei risultati, ma sarà sempre dipendente da questi, costretto a mantenere sempre uno standard elevato e, se dovessero venire meno, tornerà al punto al punto di partenza, o anche più indietro, perché dovrà fare i conti con il fallimento.
Terapie
Per quanto riguarda le terapie vere e proprie, è importante distinguere fra due tipologie. Una è quella di chi ha un problema di carenza legato ad esperienze passate tali da condizionare gravemente il presente. L’altra è quella di chi riesce a vivere il presente ma ha bisogno di rafforzare la propria fiducia in sé, che può non essere solida, oppure essere diminuita a causa di eventi negativi, come la perdita del lavoro o l’essere lasciati dalla persona amata.
Le terapie di derivazione psicoanalitica sono più adatte nel primo caso, perché consentono di indagare sul passato della persona, di far emergere ed elaborare le esperienze relazionali negative che, durante l’infanzia, hanno impedito lo sviluppo di un adeguato livello di autostima.
Le terapie cognitivo comportamentali si basano sul presente e mirano ad agire sui comportamenti e sulle rappresentazioni mentali, identificando i modelli di pensiero disfunzionali e sostituendoli con altri più efficaci. Nel caso della carenza di autostima, vengono identificati i pensieri negativi o distorti che la persona ha di se stessa, la si aiuta a cercare esperienze gratificanti, a imparare a esprimere i propri bisogni, a identificare obiettivi e il modo di raggiungerli.