Transessualità è il termine che indica la condizione di una persona il cui sesso biologico non corrisponde con l’identità di genere, cioè con il sesso cui la persona sente di appartenere, maschile o femminile.
Per comprendere una realtà così delicata come la transessualità occorre tenere presente che:
- Il genere e il sesso biologico sono realtà distinte, il primo fa parte dell’identità, il secondo è qualcosa di esclusivamente fisico.
- La transessualità non riguarda l’orientamento sessuale. Ciò significa che transessuale non vuol dire omosessuale, possono esserci trans omosessuali, etero, bisessuali.
- La consapevolezza di appartenere ad un genere diverso da quello biologico compare molto precocemente, anche nei primi anni di vita.
- Provoca un estremo disagio, che può indurre a comportamenti autolesivi. Molti transessuali muoiono giovani, spesso per suicidio.
Le cause non sono ancora del tutto chiare, tuttavia sembra accertato che siano di tipo biologico. Infatti il cervello presenta caratteristiche più simili a quelle del genere cui la persona sente di appartenere che a quelle del sesso fisico. Sembra a causa di un’anomala azione degli ormoni materni durante la gravidanza che influirebbero sullo sviluppo fetale
Cosa comporta la transessualità
Il piano psichico
Sono spesso presenti ansia e umore depresso, a volte caratterizzato da disperazione e ideazione suicidaria. L’uso di sostanze o alcol non è infrequente.
L’incapacità di esprimere il genere che si vive soggettivamente può portare a rabbia diretta verso il proprio corpo o verso fattori esterni o individui che sono visti come ostacoli all’espressione del genere vissuto come proprio. Nell’adolescenza, il menarca nelle ragazze, oppure la crescita della barba e lo sviluppo del pene nei ragazzi possono causare stati di panico. Il desiderio di acquisire i caratteri sessuali primari e secondari dell’altro genere può essere intensissimo. Quando è loro permesso, in privato o in pubblico, di esprimere il genere vissuto interiormente, questi soggetti riferiscono di sentirsi soddisfatti e di stare bene.
E’ presente una preoccupazione relativa al genere che, nei soggetti non sottoposti a transizione, rasenta il pensiero ossessivo. Questo, generalmente, scompare quando i servizi per la transizione diventano disponibli e vengono fornite al soggetto le diverse possibilità d’intervento. Negli adolescenti con incongruenza di genere può essere presente un disturbo dello spettro dell’autismo.
Il piano fisico
Nella maggior parte dei soggetti che non hanno effettuato la transizione, gli stati somatici sono caratterizzati da estremo disagio rispetto al corpo in cui sono nati. Negli adolescenti, questo può comportare risposte negative all’attesa o all’avvenuta trasformazione del corpo con la pubertà. Iniziando dall’adolescenza, gli individui nati maschi possono depilarsi le gambe o bendare i genitali in modo che le erezioni siano meno visibili. Gli individui nati femmine possono fasciare il seno o nasconderlo con un abb igliamento ad hoc. Sono comuni gli sforzi per modificare il proprio corpo (per esempio, assumere ormoni sessuali dell’altro genere o sottoporsi a elettrolisi).
Il piano relazionale
I pattern relazionali sono variabili. I soggetti con incongruenza di genere possono essere attratti dagli uomini o “ginofili” attratti dalle donne. Alcuni sono bisessuali. Un problema che vivono spesso è costituito dalla difficoltà di fare in contri. (vedi Transessuali e incontri )
La decisione di cambiare il sesso biologico
Questa decisione viene presa quando il bisogno di appartenere al sesso cui si sente di appartenere realmente diventa forte e non rimandabile. Tuttavia non viene presa di colpo, ma segue delle tappe:
- La persona inizia a farsi delle domande sulla propria identità, a parlarne con gli altri, poi con dei professionisti.
- Comincia così un percorso psicologico che ha lo scopo di fornire un sostegno, ma anche di accertare che si tratti realmente di transessualità ed escludere problemi psichiatrici,
- Dopo sei mesi, se ci sono le condizioni, la persona inizia la terapia ormonale, che modifica i caratteri sessuali terziari e riduce e le funzioni fisiche del sesso biologico. Durante questa fase è possibile che la persona riveda la sua decisione. In ogni caso ha la possibilità di cominciare a sperimentarsi in quello che sarà il suo nuovo sesso, ad esempio attraverso il trucco, il modo di vestire
- Dopo due anni dall’inizio del percorso, ottenuta l’autorizzazione dal Tribunale, potrà effettuare l’intervento, detto RSC (Riconversione Chirurgica del Sesso)
La fase successiva all’intervento è la più delicata ed è importante che tutte le persone coinvolte, familiari, amici, medici, seguano la persona. Indispensabile il sostegno di uno psicologo.