l'ansia si somatizza

L’ansia si somatizza quando determina sintomi fisici, cioè somatici.  Il disagio psicologico viene cioè espresso attraverso il corpo.La tendenza è quella di vivere, concettualizzare e comunicare l’ansia in termini di sintomi fisici.

La ricerca di un aiuto medico è sempre presente. La persona li vive con forte disagio, prevalentemente circa la prognosi, e impegna molto del suo tempo e delle sue energie nel ricercare aiuto medico. I soggetti sembrano sentirsi maggiormente a proprio agio se forniscono dettagli sui loro sintomi in termini fisici e somatici.

Fattori culturali, sociali ed economici sono importanti nell’espressione e nell’esperienza soggettiva del disturbo. Per esempio, un basso status socioeconomico, immigrazione da paesi in via di sviluppo.

C’è sempre la possibilità di una condizione medica sottostante, e la presentazione somatica può essere un’esagerazione funzionale di questa condizione.

L’ansia si somatizza in qualsiasi parte del corpo

L’ansia si somatizza quindi a livello:

gastro-intestinale (gastrite, colite spastica,ulcera)

cardiocircolatorio (tachicardia, aritmie)

respiratorio (asma bronchiale)

urogenitale (impotenza, anorgasmia)

cutaneo (dermatite, orticaria)

muscolo scheletrico (cefalea, fibromialgia)

Oltre ai sintomi somatici coinvolti nella diagnosi, gli stati somatici di questi pazienti includono i sintomi fisiologici equivalenti dell’ansia. Quindi l’accelerazione del battito cardiaco, l’aumento della pressione arteriosa e la tensione muscolare, che può portare a dolore.

Le persone in cui l’ansia si somatizza

Lo studio del sintomo generalmente fa emergere tematiche interpersonali (per esempio, traumi, perdite, delusioni, conflitti). Queste possono essere dinamicamente rilevanti per l’esordio e il decorso clinico dei sintomi somatici. Tali elementi devono essere rintracciati, anche se il paziente continua a negare una connessione tra questi e le preoccupazioni rispetto ai sintomi fisici.

Vantaggi secondari

I disturbi psicosomatici possono portare dei vantaggi secondari. Se gravi, possono interferire con i tentativi di cogliere il vantaggio primario, cioè la causa primaria. L’attenzione sul possibile vantaggio secondario (ipotizzare che i sintomi siano un tentativo di trarre un qualche profitto dalla condizione clinica) non dovrebbe distrarre dall’obiettivo più profondo, che è quello di determinare il vantaggio primario (i modi in cui la somatizzazione può risparmiare al paziente un certo disagio).
Il vantaggio secondario può essere, alla fine,interpretato come un modo legittimo di soddisfare i bisogni di dipendenza. Allontanarsi dal lavoro o ottenere il massimo degli indennizzi assicurativi sono considerate una forma di simulazione. Se l’attenzione si concentra troppo sul vantaggio secondario, il paziente può sentirsi accusato di simulazione.


Livello affettivo dei disturbi psicosomatici

I pazienti in cui l’ansia si somatizza possono essere incapaci di riconoscere, nominare ed esprimere i loro affetti (alessitimia). D’altro canto, sentimenti di vulnerabilità, disperazione e tristezza, insieme a eccessiva preoccupazione somatica e aumento dell’arousal, sono pattern altrettanto comuni.

L’alessitimia

è un disturbo cognitivo tipico,. Questa condizione è caratterizzata da pensiero concreto, dal sentirsi maggiormente a proprio agio con le cose. Mentre i sentimenti, con l’espressione simbolica, l’immaginazione o la fantasia risultano difficili. La combinazione di alessitimia e pensiero operativo può sintetizzare la descrizione dei pazienti. Si tratta quindi di soggetti non dotati della capacità psicologica di mentalizzare.
A seconda del grado, variabile, d’insight, i pazienti possono o meno attribuire i loro sintomi a un disturbo medico che non viene diagnosticato nonostante gli adeguati e ripetuti accertamenti medici.

Le ruminazioni

Sono presenti ruminazioni circa i sintomi somatici, attenzione selettiva sul corpo, frequente controllo dei sintomi e pensiero catastrofico. Per contro, tali preoccupazioni portano a un elevato numero di visite mediche. Lo scopo è di ottenere cure da parte di diversi professionisti della salute. Oppure ripetuti e non necessari accertamenti specialistici e procedure mediche con qualche rischio di complicazioni iatrogene.

Il piano relazionale

Le preoccupazioni circa il corpo soppiantano la possibilità di sperimentare relazioni profonde con altri individui, compresa la relazione con i medici. In tal modo le relazioni sono ridotte a quelle che possono essere fonte di rassicurazione (che non riescono, però, nell’intento). In altri casi questi soggetti sono isolati e distaccati.

Il rapporto con i medici

Generalmente evocano frustrazione e scoraggiamento in entrambe le parti. I pazienti possono apparire disperati nel tentativo di entrare in contatto con i medici attraverso i propri sintomi. forse come una ripetizione della qualità di qualche fallimento dell’attaccamento in età infantile. In psicoterapia, i pazienti sono spesso in bilico nel vedere il terapeuta come un’altra figura autoritaria. Qualcuno che non ascolta realmente e non si prende cura di loro. Possono sentirsi non creduti o biasimati, o diventare paranoidi quando il terapeuta prova a esplorare i significati che vanno al di là del puro aspetto medico del sintomo.

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