attacchi di panico

La persona che soffre di attacchi di panico sperimenta dei momenti di terrore intensi, che arrivano all’improvviso, senza segnali premonitori. L’intensità è tale che il soggetto può arrivare a pensare di stare per morire. Insorgono con estrema rapidità ma, in genere, la durata dell’attacco è breve, da pochi minuti a un’ora.
Tuttavia il ricordo che lasciano è talmente penoso che il solo ricordo diventa di per sé un disturbo continuo, tanto che alcune persone che hanno avuto, anche una sola volta, una crisi di questo tipo, continuano a temerla per anni.

L’attacco di panico è attualmente considerato come una sindrome a sé stante, ma esso è, prima di tutto, un sintomo, il segnale che uno stato ansioso sta raggiungendo il punto massimo. Fa parte dei disturbi d’ansia

Criteri diagnostici

Secondo il DSM 5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) per formulare una diagnosi di attacchi di panico devono essere presenti almeno 4 dei seguenti sintomi:
palpitazioni, cardiopalmo, o tachicardia
sudorazione
tremori fini o grandi alle braccia o alle gambe
dispnea o sensazione di soffocamento
dolore o fastidio al petto
nausea o disturbi addominali
sensazione di sbandamento, di instabilità, o di svenimento
derealizzazione o depersonalizzazione
paura di perdere il controllo e impazzire
paura di morire
parestesie (sensazione di torpore o di formicolio)
brividi o vampate di calore
forte aumento della pressione sanguigna (ipertensione) o, al contrario, rapido crollo (ipotensione)
paura di stare sempre peggio e non riuscire a riprendersi.

Le conseguenze

L’attacco di panico, nonostante la sofferenza che provoca, non è in realtà pericoloso. Tuttavia la presenza di sintomi fisici induce spesso a rivolgersi al Pronto soccorso.

Ma, soprattutto, l’aver vissuto un momento così terribile fa nascere nella persona il timore che questo si ripeta.

Il timore può diventare stabile, e si arriva così a sviluppare un DAP, cioè un disturbo da attacco di panico, la cui caratteristica è il ripetersi degli attacchi.
In questo caso la persona può cominciare a limitare la propria vita. Può diventare difficile uscire, stare soli, guidare la macchina e, in generale, cercherà di evitare tutte le situazioni in cui può scatenarsi l’attacco di panico.

Il significato degli attacchi di panico

L’ansia

L’ansia ha una funzione anticipatoria rispetto a un evento reale, immediato o anche a lunga scadenza, come un esame, un incontro importante, rispetto al quale la persona teme di non essere in grado di far fronte. Ma vi è un’ansia priva di un oggetto definito, la si prova ma non la si può collegare a niente, sembra senza spiegazione. Quest’ansia è il segnale di sofferenza della psiche, una sorta di avvertimento alla persona che è accaduto o può accadere qualcosa che mette in pericolo l’equilibrio psichico, fisico.

Il conflitto inconscio

Alla base del disturbo vi sono fantasie e conflitti inconsci. Può trattarsi ad esempio sentimenti di rabbia nei confronti di figure affettivamente significative, vissuti perciò come minacciosi e inaccettabili. La persona tenta di difendersene attraverso  meccanismi di difesa che tendono essenzialmente a negare l’esistenza di questi sentimenti intollerabili e a rafforzare il legame affettivo e la dipendenza.
Scrive N. Ghezzani: “Il panico è quindi un segnale d’allarme il cui fine è produrre nella personalità una pressione incoercibile a rompere, a interrompere, un processo che va verso uno squilibrio emotivo” Quando l’ansia ha raggiunto un livello intollerabile può spingere verso un drastico cambiamento. Il panico interviene allora per allontanare da questo stato di sofferenza, scatenando l’evitamento del peso emotivo determinato dalla situazione. La persona può quindi tornare ad una condizione di tranquillità, anche se caratterizzata dall’isolamento emotivo e dalla regressione.

La psicoterapia psicodinamica

Dagli attacchi di panico si guarisce. Tuttavia, alla luce di quanto detto, appare evidente che una terapia efficace deve prendere in considerazione non solo il sintomo, ma soprattutto la dinamiche che sono alla base del disturbo.
Nella psicoterapia psicodinamica la persona viene aiutata a riconoscere i conflitti, i desideri, le fantasie, che ha sviluppato nei confronti di persone affettivamente significative. Prendere coscienza di queste dinamiche consente di comprenderle, elaborarle e imparare a controllarle.

Bibliografia
American Psychiatric Association, (2014) DSM-V Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Raffaello Cortina, Milano

Ghezzani N.

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